mercoledì 18 dicembre 2013

Pasta alla genovese



La pasta alla genovese è un tipico piatto domenicale della tradizione culinaria campana e di genovese ha solo il nome!
 Si tratta di una pietanza che non richiede particolari ingredienti e che quindi comporta un costo di realizzazione non eccessivamente elevato. Anche il procedimento è alquanto semplice, ma certo non posso dire che sia allo stesso modo sbrigativo, richiedendo un paio d’ore di cottura. Nonostante ciò rappresenta un vero e proprio piatto unico, data la presenza della carne. 
È davvero ottima…però devo mettervi in guardia, perché, come potete immaginare, non è proprio il massimo della leggerezza! ;p
Veniamo agli ingredienti ( per 6 commensali):
- 1 kg di muscolo di manzo tagliato in piccoli pezzi
- 1 kg di cipolle bianche
- 3 carote
- 3 pomodorini
- 2 coste di sedano
- ½ bicchiere di vino bianco 
- Olio evo Monocultivar Castiglionese Serena Oil & Food
- sale, pepe q.b 
- 500 gr di ziti o penne (io ho usato pennoni) 
- parmigiano grattugiato o pecorino
Preparazione:
Mettere a bagno le cipolle per un paio di ore in acqua fredda
Tagliare la carne in piccoli pezzi. Mondare le carote, il sedano e le cipolle. 
Tritare le carote, tagliare a tocchetti il sedano e a velo le cipolle.
Rosolare la carne in olio d’oliva e quando avrà preso colore in modo omogeneo sfumare con il vino. Lasciare che il vino evapori, salare, pepare e aggiungere tutte le verdure. La carne deve risultare coperta dal sugo; all'occorrenza aggiungere poca acqua calda. 
Cuocere coperto a fuoco minimo per 2 ore, controllando di tanto in tanto che non si asciughi troppo. Così come per lo spezzatino classico, anche in questo caso il segreto è una prolungata cottura a fuoco dolcissimo.
Trascorse le due ore, togliere il coperchio e se il sugo risulta ancora molto liquido lasciar cuocere il tutto ancora 30 minuti (senza coperchio). Una volta cotto alzare i pezzi di carne e metterli da parte. Cuocere la pasta al dente, scolarla, e condirla con il sugo. Servire la pasta aggiungendo dei pezzettini di carne e abbondante parmigiano, o pecorino.



martedì 17 dicembre 2013

Casarecce al salmone e pepe rosa

La pasta al salmone è uno dei primi piatti preferiti da mio marito, ed è per questo che la preparo spesso e in più varianti: con la panna, con i pomodorini, con il pesto e così via.
Questa è la variante più classica, ovvero panna e pepe rosa. 
Passiamo subito agli ingredienti:
- 1 noce di burro
- olio evo Monocultivar Cerasuola Serena Oil & Food q.b
- 1 cucchiaio raso di pepe rosa in grani
- 1/2 bicchiere di vino bianco
- 1 scalogno (oppure 1 cipolla bianca non troppo grande)
- 180 gr casarecce
-  150gr di ritagli di salmone affumicato
- 125 ml di panna al salmone
- prezzemolo q.b
Preparazione:
In una padella rosolare lo scalogno affettato finemente in una noce di burro e un giro di olio evo. Aggiungere il pepe rosa in grani e i ritagli di salmone.
Dopo qualche istante sfumare con il vino bianco.
Nel frattempo cuocere la pasta al dente.
Non appena il vino sarà sfumato unire la panna al resto degli ingredienti.
Colare la pasta al dente e saltarla nel condimento.
Servire guarnita con del prezzemolo fresco, e per chi gradisce con 1 cucchiaino di uova di lompo.
Lo sapevate che?
Lo sapevate che il pepe rosa in realtà non è davvero pepe?

Mentre il pepe nero, bianco e verde sono frutti che hanno origine dal Piper Nigrum, il pepe rosa nasce dal Shinus molle, un albero sempreverde originario dell'America Latina.
Il frutto del Shinus molle, assomiglia moltissimo alle bacche di pepe e ha un colore rosa: e da qui il nome di "pepe rosa", anche detto "falso pepe" o "pepe peruviano".
Oltre il caratteristico colore, ciò che contraddistingue questa bacca è il suo sapore delicato e dolce, a cui si aggiunge la nota piccante conferita dalla piperina.
Anche il pepe rosa, come tutte le spezie, ha delle proprietà benefiche.
Nello specifico il contenuto di oli essenziali, resine e tannini conferiscono al pepe rosa:
-  proprietà stomachiche, favorisce la digestione
- potere antisettico
- proprietà diuretiche.
Nonostante le proprietà benefiche, il consiglio è quello di utilizzarlo con moderazione perché quantità eccessive potrebbero risultare tossiche per il nostro organismo.

martedì 26 novembre 2013

Coccole di cioccolato con Cioccolami

Avete voglia di coccole?
Bè...non c'è di che vergognarsi!
Io vi consiglio la forza rinvigorente del caffè, la morbida scioglievolezza di una nuvola di panna e la coccolosissima dolcezza racchiusa in una fettina di salame al cioccolato artigianale Cioccolami!

Magari il tutto consumato ai piedi di un camino acceso accanto alle persone che amate!
Effetto antistress garantito! :)
Pochi ingredienti per un "trattamento di dolcezza" facilmente riproducibile a casa.
Preparate le vostre tazzine preferite, mettete sul fuoco la moka, uscite la panna montata dal frigo e affettate il buonissimo salame al cioccolato Cioccolami nella versione che più preferite.
Qualunque sia la vostra scelta basterà un morso per sciogliersi in un sorriso e gioire di gusto nel riscontrare i risultati di una preparazione in cui si fondono artigianalità, natura e tradizione.
E chissà che magari nell'assaggiarlo non facciate un tuffo nel passato, proprio come ho fatto io!
Scoprire e gustare questo salame dolce mi ha riportato indietro di almeno 20 anni, a quando ero solo una bambina e gioivo alle festicciole di compleanno di qualche amichetta nel trovare sul tavolo dei dolciumi il salame al cioccolato che tanto adoravo.
Ricordo che durante la mia infanzia era uno dei dolci che preferivo.
Penso abbia poi rappresentato il mio primo approccio all'arte della pasticceria! 
Quasi mi rivedo lì a scrivere su un foglietto volante la lista degli ingredienti da far comprare alla mamma per poi provare a replicare questa golosità immane sotto l'attenta direzione della nonna.
Polvere di biscotti volava da una parte all'altra del tavolo, l'odore del cioccolato mi restava addosso tutto il giorno, la soddisfazione di vederlo realizzato non aveva prezzo...soprattutto perché sapevo che dopo qualche ora di riposo in freezer sarebbe arrivato il momento di assaggiarlo.
La stessa dolce genuinità di questi ricordi è facilmente riscontrabile nella politica aziendale di Cioccolami, nata dall'intuizione del ristoratore Mirco Scacchetti che, nella campagna modenese di S.Pietro in Elda, offriva ai clienti del proprio ristorante un dessert artigianale, fatto come le nonne insegnano: con ingredienti genuini, passione e mani amorevoli pronte a impastare.
Nel 1988 il grande apprezzamento da parte della clientela e le richieste sempre più pressanti da parte degli stessi fornitori del ristorante, spinsero Mirco Scacchetti a incrementare la quantità produttiva del così apprezzato salame al cioccolato.
E così, in men che non si dica, un po' per gioco e un po' per timida intuizione imprenditoriale, nacque Cioccolami, un'azienda che oggi si rivolge ad un pubblico vastissimo che comprende singoli clienti, bar, ristoranti, aziende di catering e banqueting.
Svariati sono  i formati offerti, ideati per andare incontro alle diverse esigenze.
Nella linea produttiva troverete 6 formati per gusto (classico, nocciole, senza glutine):
  • salame al cioccolato da 1 kg
  • salame al cioccolato da 1/2 kg
  • barrette di salame al cioccolato
  • quadrotti di salame al cioccolato
  • barattoli di salame al cioccolato
  • fette monoporzione di salame 
Il prodotto vanta inoltre l'assenza di alcool, e pertanto può essere consumato anche dai più piccoli di casa.
Può essere conservato fino a 60 giorni in frigo e ben 19 mesi in congelatore.
Che altro dirvi?!
E' una vera e propria golosità!
E allora...
coccolatevi con Cioccolami! :)





lunedì 25 novembre 2013

Linguine al ragù di salsiccia con salsa alla menta

Volete preparare un primo piatto da leccarsi i baffi?
Avete i suoceri a pranzo e volete fare un figurone dimostrandovi all'altezza di un grande chef senza però spendere troppo?
Ho il sugo che fa al caso vostro.....e detto tra noi è semplicissimo prepararlo!
Profumato, saporito, genuino: con questo sugo conquisterete i palati più esigenti!
Però...mi raccomando, occhio alla qualità degli ingredienti perché è proprio quella che ne assicura il gusto. 
Ed è per questo che io ho scelto salsiccia siciliana freschissima e non troppo grassa, pomodorini ciliegino, menta del mio terrazzo raccolta appena prima di usarla e un'olio extra vergine di oliva Bio Fontanara, che per qualità e gusto ad oggi vanta più di 90 referenze a marchio.

L'olio di oliva Fontanara è ottenuto grazie ad un circuito di estrazione a freddo che non permette il contatto dell'ossigeno dalla frangitura allo stoccaggio, mantenendo così integro e sano l'olio che arriva sulle nostre tavole.
Pensate che la produzione di questo olio ha origine in un oasi naturalistica, nel parco della Musella, a San Martino Buon Albergo, dove più di 3000 piante di vecchia e nuova generazione godono di un eccezionale microclima.
Rispettando i principi della coltivazione tradizionale, attraverso la raccolta a mano, la frangitura in giornata e l'immediato imbottigliamento, Fontanara riesce a produrre un olio extravergine di oliva di elevatissima qualità, rappresentando al meglio la storica vocazione agricola del territorio veronese.
Ed è per queste ragioni che per una pietanza così buona e ricca scelgo un olio extravergine di oliva  Fontanara.
E ora.....mettetevi il vostro bel grembiulino da cucina e accendete i fornelli!
E' ora di preparare il pranzo!
Ingredienti:
250 gr di polpa di salsiccia
500 gr di pomodorini
1 mazzetto di menta
soffritto di carote, cipolle, sedano q.b
2 spicchi di aglio lasciati interi
1/2 bicchiere di vino bianco
1 cucchiaio di semi di finocchietto
qualche dadino di pancetta affumicata (facoltativo)
1/2 dado classico
Preparazione:
In una casseruola soffriggete una generosa quantità di soffritto (carote, cipolla, sedano) e 2 spicchi di aglio lasciati interi con olio extra vergine di oliva. Dopo poco aggiungere la polpa di salsiccia, i dadini di pancetta affumicata e i semi di finocchietto e lasciare che la carne si colori.
A fiamma decisa sfumare con 1/2 bicchiere di vino bianco.
Quando il vino sarà evaporato aggiungere i pomodorini tagliati a metà (qualche pomodorino più piccolo lasciatelo intero, vi potrà servire per la decorazione).
Pepare e regolare di sale o in alternativa se gradite aggiungete mezzo dado classico.
A fiamma bassa e con coperchio portare il ragù a cottura.
Cuocere la pasta in abbondante acqua salata.
Nel frattempo lavare la menta, raccogliere le sole foglie in un boccale, unire un pizzico di pepe e sale e aggiungendo olio evo a filo miscelare il tutto con un minipimer fino ad ottenere una salsina verde. 
A cottura ultimata del ragù togliere gli spicchi d'aglio e aggiungere qualche cucchiaino di salsa alla menta.
Colare la pasta al dente e mantecarla con il sugo.
Servirla decorando il piatto con altra salsa alla menta.
Vi assicuro che vi leccherete i baffi e se avrete ospiti farete un figurone.
Provare per credere! :)

Lo sapevate che?
L'uso delle spezie in cucina si sa che, oltre a conferire gusto e aroma ai nostri piatti, aiuta il nostro organismo a rinforzarsi e proteggersi.
Lo sapevate che la menta e i semi di finocchio hanno innumerevoli proprietà benefiche per la nostra salute?
La menta ha proprietà disinfettanti e cicatrizzanti, è utile in caso di disturbi gastrointestinali, aiuta il funzionamento del fegato e favorisce la digestione.
Sotto forma di tisana ha proprietà sedative e antispasmodiche grazie al contenuto di mentolo, limonene,  vitamica C e sostanze antibiotiche.
I  semi di finocchio (anche detto "finocchiella") 
  • sono antiossidanti, in quanto ricchi di flavonoidi, e per questo proteggono l'organismo dai danni neurologici, prevengono l'invecchiamento precoce contrastando i radicali liberi e riducono il rischio di cancro associato con i danni provocati dai radicali liberi alle cellule e al DNA
  • sono altresì antinfiammatori grazie alla presenza di antiossidanti
  • hanno un elevato contenuto di fibre e pertanto favoriscono l'eliminazione delle tossine, agevolano notevolmente la digestione, e aiutano a tenere sotto controllo il colesterolo
  • sono altamente diuretici, e grazie alla quantità di potassio che contengono contribuiscono a tenere bassa la pressione sanguigna
  • favoriscono la produzione di globuli rossi grazie al contenuto in rame e sono altresì una ricca fonte di calcio (100 gr di finocchio contengono il 120% della dose giornaliera di calcio raccomandata).
Se amate il gusto del finocchietto, dal sapore dolciastro molto simile all'anice, vi consiglio di scatenare la fantasia e introdurne una piccola quantità nella vostra dieta giornaliera.

Potete ad esempio prepararvi una tisana lasciando 1 cucchiaio di semi di finocchio ad infusione in 200 ml di acqua bollente per 10 minuti, dopodiché filtrarla e berla magari senza zuccherarla.
Vi aiuterà a digerire, favorirà la diuresi e attenuerà i gonfiori addominali.

mercoledì 20 novembre 2013

Chicchi di caffè con Moka Termini

Voglia di caffè e di qualcosa di dolce da stuzzicare?
Ecco quello che fa per voi: dei fantastici biscottini accompagnati da un'ottima tazzina di buon caffè Moka Termini.
Ringrazio per la gentile collaborazione la torrefazione Moka Termini, un'importante realtà imprenditoriale made in Palermo, vanto dell'industria siciliana.
Lasciate che vi racconti qualcosa di quest'azienda!
Il tutto ebbe inizio nel 1936, quando Nunzio Termini, un giovane imprenditore siciliano fondò "Moka Termini", una realtà che di lì a poco si sarebbe trasformata in un marchio conosciuto non solo in tutto il capoluogo siciliano, bensì in tutt'Italia e in parte del territorio europeo.
Nunzio Termini, maestro e padre di tre figli, riuscì con passione e duro lavoro a compiere un importante passo che contribuì a rivalutare l'imprenditoria meridionale.
Grande inventiva caratterizzò la politica aziendale di Moka Termini che negli anni '60 lanciò la sua prima operazione a premi, permettendo ai clienti dei bar che utilizzavano miscele pregiate di produzione Moka Termini, di raccogliere un gettone per ogni caffè consumato e poter poi scegliere un premio consegnato a vista dal barista al raggiungimento di 125 gettoni.

Un vero e proprio processo di fidelizzazione del cliente che accumulava premi semplicemente consumando il proprio caffè preferito.
Il gradimento della clientela fu veramente elevato, tanto è vero che ancora oggi l'attenzione alla fedeltà del cliente rappresenta un cardine della politica aziendale di Moka Termini.
Si pensi che a distanza di più di 50 anni Moka Termini continua a premiare i propri clienti ringraziandoli per la preferenza in modo concreto.
In particolare per tutto il mese di Dicembre 2013 per ogni acquisto di 500 gr di caffè effettuato alla Torrefazione Moka Termini di via Napoli 12 (Palermo) il cliente potrà ricevere 2 splendidi piatti in porcellana. 
Non solo fidelizzazione ma anche innovazione tecnologica, qualità e tradizione rappresentano l'anima di quest'azienda.
La MokaTermini è titolare di molti brevetti ed è conosciuta al pubblico grazie a diverse miscele, tra le quali: 
Veniamo ora alla ricetta dei nostri chicchi di caffè!
Ingredienti:
250 gr di farina 00
125 gr di burro morbido
75 gr di zucchero a velo
2 tuorli di uova grandi (oppure 3 di uova piccole)
1 cucchiaino abbondante di cacao amaro
1 cucchiaino di lievito per dolci
2 cucchiaini e 1/2 di caffè in polvere Moka Termini (in alternativa caffè solubile se si desidera un gusto più deciso)
zucchero q.b per cospargere i biscotti
Preparazione:
Impastare velocemente tutti gli ingredienti, formare una palla e avvolgerla nella pellicola per alimenti. Porre la frolla al caffè in frigo e lasciarla riposare 30 minuti.
Riprendere la frolla e formare delle piccole palline.
Rendere le palline ovali e incidere leggermente il centro con il manico di un coltello.
Passare la superficie incisa di ogni biscotto nello zucchero semolato.
Cuocere su carta da forno in forno statico preriscaldato a 180° per circa 8-10 minuti.
Una volta cotti lasciarli raffreddare su di una gratella facendo molta attenzione nel maneggiarli perché appena sfornati risulteranno molto morbidi.
Servire accompagnati da una tazzina di buon caffè! 

martedì 19 novembre 2013

Sandwich di pane ai cereali e noci




Con l'arrivo dell'inverno la voglia di fare il pane in casa aumenta! 
Quel profumino che si spande in ogni stanza della casa, il tepore che emana dal forno e la voglia di addentare qualcosa di caldo e genuino stanno facendo  in modo che la mia amicizia con la macchina del pane diventi sempre più salda! :)
Ebbene si...finalmente dopo averla castigata nel ripostiglio per un luuuungo periodo la macchina del pane è tornata a sfoggiare orgogliosa nella mia cucina.
Ed ecco che l'inizio della mia nuova collaborazione con Inalpi ha stuzzicato la mia fantasia e mi sono ricordata di quel pacco di farina ai cereali che avevo in dispensa.
Detto fatto e gli ingredienti erano già nella macchina del pane e dopo circa 4 ore il mio pane ai cereali e noci era pronto per accompagnare i prodotti Inalpi.
Ho dovuto però fare i conti con la mia dieta e ho optato per dei sandwich leggeri con fesa di tacchino, insalata e Fettine Light Inalpi.
Le Bontà di Inalpi sono davvero squisite e ringrazio l'azienda per avermi fatto provare i prodotti che vedete:
Devo dirvi che hanno davvero il gusto del buon latte fresco, a differenza di tanti prodotti di altri marchi che più di formaggio sanno di plastica.
Le Bontà di Inalpi sanno davvero di buono, di fresco, di latte e di formaggio.
Anche la versione light del prodotto conserva quel gusto delicato ma presente.

Una tradizione che parte dal lontano 1800 che ha saputo evolversi tenendo sempre ben fisso lo sguardo al miglioramento della qualità e alle esigenze dei consumatori.
La produzione INALPI si distingue grazie all'utilizzo di latte nelle lavorazioni aziendali, alla tracciabilità del prodotto e alla costante attenzione per il rispetto della normativa igienico sanitaria.
Bontà e qualità del prodotto, massima trasparenza e tutela del consumatore sono dunque i principi alla base della filosofia Inalpi.
Passiamo ora alla nostra ricetta.
Ingredienti per  i miei sandwich di pane ai cereali e noci:
500 gr di miscela per pane ai cereali Molino Chiavazza
325 g di acqua 
15 g di sale
1 cucchiaino e mezzo di zucchero
1 bustina di lievito secco
2 cucchiai di olio Serena Monocultivar Castiglionese
1 manciata di noci 
1 manciata di semi di sesamo
fesa di tacchino
qualche foglia di lattuga
Preparazione con macchina del pane:
Inserite nella macchina del pane gli ingredienti nell'ordine che segue: acqua, olio, farina, il lievito secco al centro della farina, il sale e lo zucchero in due angoli opposti. Fate partire il programma per pane integrale. 
Se la vostra macchina del pane dispone di un dispenser per la frutta secca ponetevi le noci, altrimenti aspettate che finisca la prima fase di impasto e unitele al tutto.
Al termine della fase di impasto e lievitazione cospargete con un cucchiaio di semi di sesamo.
A cottura ultimata uscite il cestello dalla macchina, attendete qualche minuti, dopodiché sformate il pane e lasciatelo raffreddare su di una gratella.
Una volta affettato potete preparare i vostri sandwich alternando la fetta di pane a strati di lattuga, fesa di tacchino, un pizzico di pepe e una fettina light Inalpi.
Preparazione classica:
Versate la miscela per pane nella ciotola del vostro robot da cucina o in una terrina qualunque se decidete di impastare a mano.
Miscelate il lievito secco alla farina. Fate un buco al centro della farina e versate l'acqua a temperatura ambiente, lo zucchero e l'olio. Impastate per qualche minuto dopodiché aggiungete il sale.
Impastate fino ad ottenere un impasto liscio.
Lasciate lievitare per circa un'ora in una ciotola unta di olio e coperta.
Impastate nuovamente, formate il pane e lasciate lievitare per circa 45 minuti.
Cuocete in forno statico preriscaldato a 200° per circa 50 minuti, avendo cura di applicare la cosiddetta "tecnica del vapore", ovvero mettete nella parte bassa del forno una ciotola con dell'acqua, cosicché il vapore assicuri il corretto sviluppo del pane e la formazione di una crosta decisamente più gradevole.
Ed ora godetevi pure questo pane e il vostro sandwich leggero, gustoso e genuino!
Buona giornata a tutti voi!



mercoledì 13 novembre 2013

Pane al limone e semi di papavero



Ingredienti:
315 ml acqua
1 cucchiaio di olio evo Monocultivar Cerasuola Serena Oil & Food
scorza grattugiata di 2 limoni
2 cucchiai di semi di papavero
600 g di farina Molino Chiavazza
1 + 1/2 cucchiaino di lievito secco
1 cucchiaio di zucchero
2 cucchiaini rasi di sale
Preparazione:
Versare tutti i liquidi nella teglia; ricoprire con la farina. Tutti gli altri ingredienti vanno posizionati negli angoli, separati tra loro, mentre il lievito va posizionato in una piccola cavità al centro della farina.
Inserire la teglia nell'apparecchio e chiudere il coperchio.
Attivare il programma "pane francese" (quello con crosta croccante), selezionare doratura intensa e il peso pari a 1 kg. Avviare il programma.
Dopo circa 3:30 h avrete il vostro pane con crosticina croccante al profumo di limone.
Ideale sarebbe servirlo leggermente imburrato e guarnito con del salmone affumicato. 

martedì 12 novembre 2013

Cornetti brioches al miele


Voglia di un cornetto briosciato morbido, profumato e non troppo dolce?
Ecco la ricetta che fa per voi!
Io l'ho scovata qualche anno fa su un forum di cucina e da allora spesso li preparo e me ne conservo una scorta in congelatore, sempre pronti ad essere tirati fuori, passati 30 secondi al microonde e gustati con la farcitura che più mi va.
Tra gli ingredienti c'è un alimento sano, antico e davvero buonissimo: il miele.
Provateli e poi mi direte! :)
Ingredienti:
100 g di zucchero
1 cucchiaio di miele Comaro (io ho usato miele di melata)
700 g di farina Molino Chiavazza
150 g di olio di semi
20 g di lievito di birra
190 g di latte appena stiepidito
3 uova
1 pizzico di sale
1/2 fialetta di aroma arancia
1/2 fialetta di aroma vaniglia (oppure gli aromi che più vi piacciono)
latte q.b per spennellare i cornetti (se li gradite di un colorito più ambrato mischiate al latte anche un tuorlo d'uovo e un po' di zucchero)
Preparazione:
Il procedimento è semplice, ma richiede tempo e pazienza.
Sciogliere il lievito nel latte appena intiepidito (mi raccomando alla temperatura, non deve essere né freddo di frigo né troppo caldo, altrimenti il lievito si brucia).
Nella ciotola dell'impastatrice (oppure in una qualunque se impastate a mano) unite la farina, l'olio, lo zucchero, il miele, il pizzico di sale, gli aromi e le uova e impastate vigorosamente per una ventina di minuti.
Riscaldare il forno a 40°, dopodiché spegnetelo e mettetevi l'impasto a lievitare.
L'impasto dovrà lievitare sino al raddoppio e richiederà almeno 90 minuti.
Una volta che l'impasto sarà raddoppiato stenderlo e seguire la classica procedura per la formazione dei cornetti.
Potete procedere in due modi:
- dividere l'impasto in più palle, stendere dei dischi e con il tagliacornetti incidere la pasta
- stendere l'impasto in una striscia rettangolare, dopodiché tagliare dei triangoli, farcirli alla base con un cucchiaino di ripieno a piacere, e arrotolarli procedendo dalla base fino alla punta.
Una volta formati i cornetti poneteli in una teglia rivestita di carta da forno e lasciateli lievitare fino a che vi sembrerà che sono sul punto di scoppiare. 
Ci vorrà almeno un'altra oretta.
A questo punto pennellateli con del latte e infornate in forno statico preriscaldato a 200° per 25 minuti (se preferite il forno ventilato abbassate la temperatura a 180°).
A cottura ultimata usciteli dal forno e lasciateli raffreddare su una gratella.
Se non li avete già farciti prima di cuocerli, potete tagliarli a metà e sbizzarrire la fantasia usando cioccolata, marmellata oppure uno dei ripieni che uso spesso: un velo di miele di melata Comaro, nocciole tostate spezzettate grossolanamente e pezzi di cioccolato fondente.
Spolverizzate con zucchero a velo e godeteveli pure! :)
Se siete dei golosi e amate avere sempre qualcosa in congelatore pronto in qualsiasi momento potete anche congelarli in sacchetti per alimenti, ben chiusi.
In quest'ultimo caso evitate di spolverizzarli con lo zucchero a velo, lo farete al momento di consumarli.
E con questo auguro una dolce giornata a tutti voi!


Se interessati vi invito a visionare la scheda nutrizionale della ricetta, così da rendervi conto delle calorie e dei nutrienti in essa contenuti. 

mercoledì 6 novembre 2013

Spezzatino di tacchino agli aromi

Lo spezzatino è un piatto unico, dall'antichissima tradizione, ma ancor oggi molto attuale e soprattutto ancora apprezzatissimo.
A prescindere dal taglio e dal tipo di carne scelta, una buona massaia dovrebbe sempre tener a mente delle regole fondamentali in grado di assicurare una carne morbida e saporita:
  1. lo spezzatino richiede una cottura in umido, ovvero lenta, quindi fuoco dolce, coperchio e almeno 1 ora di cottura per le carni bianche e dalle 2 alle 3 ore per le carni rosse
  2.  la carne va sempre sigillata a fiamma vivace prima di essere aromatizzata con il vino, affinché si "caramellizzi", ovvero la sua superficie si colori e i pori esterni si chiudano ("sigillare") cosicché tutti i succhi e le proprietà organolettiche dell'alimento rimangano invariate al suo interno
  3.  i pezzi di carne devono essere mediamente piccoli e di dimensione omogenea (se ci sono pezzi più grandi e altri molto più piccoli la cottura non sarà omogenea e vi ritroverete dei pezzi di carne cotti e altri meno)
  4.  un buon spezzatino non richiede un uso eccessivo di grassi in quanto il calore moderato permette all'alimento di cuocersi utilizzando i propri liquidi e grassi naturali; ne risulterà una carne saporita, leggera e con i propri valori nutrizionali relativamente inalterati.

Memorizzato ciò potrete ottenere spezzatini morbidi, succulenti e indiscutibilmente buoni.
Anche la carne di tacchino, per natura abbastanza stopposa, cucinata a dovere si trasforma in tocchetti gustosissimi e morbidissimi. 
Provate per credere!
Passiamo agli ingredienti per il mio spezzatino di tacchino:
- 500 g di tacchino per spezzatino (chiedete espressamente al vostro macellaio)
- 1 costa di sedano, 2 carote, 1/2 cipolla bianca
- 2 cucchiai di olio evo Monocultivar Castiglionese Serena Oil & Food
- 500 ml di brodo di carne ( 1 dado)
- 1/2 bicchiere di Vinchef (o vino bianco)
- 1 foglia di alloro, 2 foglie di salvia
- pepe q.b.
- 1 pizzico di curry Tec Al
- 1 cucchiaio di salsa di pomodoro
- 200 g di patate

Preparazione:
Preparare un soffritto con la costa di sedano, la 1/2 cipolla e 1 carota e farlo soffriggere in un paio di cucchiai di olio evo.
Personalmente ho scelto l'olio extra vergine di oliva Monocultivar Castiglionese, un'olio della Serena Oil & Food appartenente alla linea "gourmet"; come vi ho accennato prima, per un buon spezzatino non occorre usare un'eccessiva quantità di grassi, pertanto ho optato per poco olio ma di gran qualità, dall'aroma piacevole e il gusto deciso.
Appena l'olio sarà ben caldo e il soffritto pronto, rosolare i pezzi di tacchino a fiamma vivace per qualche minuto, avendo cura di rigirarli affinché la carne si sigilli da tutti i lati (se desiderate un sughetto più denso, prima di rosolare la carne infarinatela per bene).
Quando la carne avrà assunto un bel colorito omogeneo sfumare con 1/2 bicchiere di Vinchef e attendere qualche minuto che evapori la parte alcolica.
Grattugiare la carota restante e unirla alla carne.
Pepare e aggiungere un pizzico di curry.
Aggiungere 1 cucchiaio di passata di pomodoro, l'alloro, la salvia e il brodo caldo fino a coprire tutta la carne.
Abbassare la fiamma al minino, coprire con un coperchio lasciando un piccolo spiraglio aperto e cuocere circa 45 minuti.
Tagliare le patate a tocchetti e aggiungerle allo stufato.
Se necessario aggiungere altro brodo. 
Cuocere altri 30 minuti e portare a cottura le patate.
Correggere di pepe e se necessario di sale (anche se non credo servirà dato l'uso del brodo).
Servire caldo accompagnato ad un buon bicchiere di vino rosso.

n.b: se vi interessa, potete visionare la scheda nutrizionale della ricetta realizzata grazie alla collaborazione con lo staff di RicetteCalorie, un sito molto interessante in cui potrete trovare le schede nutrizionali di più di 1000 diversi alimenti.


martedì 5 novembre 2013

Torta soffice Polenghi con gelatina di limone

Vi va una merenda veloce, genuina e profumatissima?
Ho quello che fa al caso vostro: la torta soffice al limone Polenghi, personalizzata da me con l'aggiunta di gelatina al limone.
Ingredienti per la torta:
- 1 confezione di preparato Polenghi Torta soffice al limone comprendente: 2 dosette di succo di limone, 430 g di miscela per torta e 10 g di zucchero a velo
- 150 ml di latte
- 3 uova medie
- 125 g di burro
Ingredienti per la gelatina:
- 1 limone (succo e scorza), oppure 1 confezione di succo di limone Polenghi
- 15 g di amido di mais
- 90 g di acqua
- 80 g di zucchero
- 1 bustina di vanillina
Preparazione:
Per la preparazione della torta versate in una terrina il preparato e unite il burro ammorbidito, le uova a temperatura ambiente, il latte e le dosette di succo di limone.
Lavorate l'impasto con uno sbattitore elettrico fino a ottenere un composto omogeneo.
Imburrate e infarinate una tortiera da 22-24 cm.
Cuocete nel ripiano basso del forno a 170° per 40-50 minuti.
Per la preparazione della gelatina al limone procedete così: miscelate tutti gli ingredienti a freddo, dopodiché mettete sul fuoco e cuocete a fuoco dolce girando di continuo. 
Una volta cotta la torta e raffreddata la gelatina potete guarnire e gustarvi questa ottima merenda limonosa, magari con una bella spolverata di zucchero a velo.


martedì 29 ottobre 2013

Fusilli avellinesi con broccoletti e salsiccia

Eccoci qui con un piatto in grado di coccolarci in una giornata autunnale, preparato in onore della mia nuova collaborazione con Serena Oil & Food.
Ben si sa che l'uso di un buon olio può cambiare radicalmente il sapore di una pietanza, esaltandone l'aroma e il gusto.
Per scelta e gusti personali utilizzo solo ed esclusivamente olio di oliva extra vergine italiano in quanto ritengo che sia un fiore all'occhiello della produzione del nostro paese: un alimento sano alla base della dieta mediterranea, ricco di gusto e di proprietà benefiche.
Per questo primo piatto ho utilizzato in particolare un olio commercializzato da Serena Oil & Food.

Serena Oil & Food è un'azienda nata dai sacrifici di una famiglia Piemontese nel periodo del dopoguerra e divenuta oggi una realtà importante in grado di gestire piattaforme di distribuzione nazionali ed internazionali.
Rispetto per le linee basilari di una sana alimentazione, per i prodotti venduti e  per i principi di onestà commerciale sono i fattori distintivi di Serena Oil & Food.
Tre diverse linee produttive caratterizzano l'attività di quest'azienda che si presenta al mercato con una linea dedicata all'industria, una al mondo della ristorazione e una linea gourmet.
Per interfacciarsi con il cliente finale Serena Oil & Food mette a disposizione i propri prodotti nello spazio commerciale della "Casa dell'olio", negozio di specialità alimentari situato a Novara.

Serena Oil & Food offre tante varietà di olio extravergine  di oliva monovarietale di qualità superiore che si contraddistinguono per odore, sapore e composizione propri a seconda del territorio d'appartenenza. 
Tutta la qualità e il profumo degli uliveti italiani nell'olio Serena che raccoglie il meglio dell'olio dalla Sicilia al Piemonte.
Ringrazio Serena Oil & Food per avermi dato la possibilità di gustare due varietà simbolo della propria produzione:
- olio extra vergine di oliva italiano monocultivar Castiglionese, prodotto con olive raccolte nei territori Abruzzesi, dal carattere forte e deciso,
- olio extra vergine di oliva italiano monocultivar Cerasuola, ottenuto dalla premitura di olive Siciliane, dal gusto fresco e dall'intenso sapore mandorlato. 
Due ottime varietà, diverse l'una dall'altra e pertanto adatte ad usi differenti.

mercoledì 23 ottobre 2013

Panini mignon con ricotta di pecora e miele di castagno


Come ben si conosce, il miele è un prodotto interamente naturale frutto del lavoro operato dalle api a partire dal nettare e dalla melata.
Totalmente genuino, il miele non richiede l'aggiunta di alcun additivo  o conservante.
Ha un elevato potere energetico e dolcificante, pur essendo al contempo facilmente digeribile. 
Contiene acqua, proteine, amminoacidi, sali minerali, vitamine e zuccheri semplici, quali il glucosio e il fruttosio.
Ha inoltre numerose proprietà benefiche, tanto è vero che la medicina ayurvedica, già tremila anni fa, lo considerava purificante, afrodisiaco, dissetante, vermifugo, antitossico, regolatore, refrigerante, stomachico e cicatrizzante. Per ogni specifico caso era indicato un differente tipo di miele: di ortaggi, di frutti, di cereali o di fiori.

In epoca moderna le virtù del miele sono ben conosciute e apprezzate, come apprezzatissimo è il suo gusto.
Sempre più intenditori si cimentano in abbinamenti culinari volti a esaltare le peculiarità delle tantissime varietà di miele esistenti. 
La mia curiosità è stata particolarmente solleticata dai prodotti dell'azienda dei F.lli Comaro, che ringrazio sentitamente per aver accettato di intraprendere un percorso collaborativo e per avermi dato la possibilità di assaggiare alcune delle varietà di miele che contraddistinguono la loro produzione.
In particolare ho avuto modo di provare:
- miele di castagno
- miele di melata
- miele di tarassaco
- miele di acero.
Ogni singola varietà si contraddistingue per colore, profumo e sapore, e meglio si presta a taluni abbinamenti piuttosto che altri.
Assaggiando il miele Comaro si ha prova della genuinità e dell'altissima qualità che contraddistinguono i prodotti di questa azienda.



Sin dal 1870 il lavoro serio e laborioso della famiglia Comaro gli ha permesso di guadagnare un ruolo importante nel panorama della produzione friulana, nonché nazionale, di miele. 
Attraverso 10 mila metri quadri immersi nel verde di Cassacco e 1800 alveari, la F.lli Comaro offre al mercato miele d'acacia, miele millefiori, miele di castagno, miele di montagna e miele di tiglio.
Inoltre, grazie alla collaborazione degli apicoltori del Friuli Venezia Giulia e delle altre regioni, l'azienda riesce a offrire anche un'ampia varietà di miele nazionale, tra cui: miele di rododentro, miele di melata, miele di agrumi, miele di corbezzolo, miele di rovo e tanto ancora.
La nuova sede ha uno spazio aperto al pubblico, il negozio del miele, dove si possono trovare miele genuino e tutti i prodotti immaginabili a base di miele, dai liquori ai dolci al miele, dalle decorazioni con la cera alla cosmesi naturale e tutti i prodotti per l’apicoltura. 
Una grande esposizione in grado di soddisfare le esigenze del consumatore così come quelle dell’apicoltore professionista.

L'esperienza centenaria dei fratelli Comaro è infatti messa a disposizione dei professionisti e degli hobbisti, nonché delle scuole, nelle profumatissime aule didattiche ubicate nello stabilimento.

venerdì 27 settembre 2013

Crostata alle due marmellate

Oggi crostata dalla doppia anima di marmellata di arance e confettura extra di more di rovo selvatiche.
Ingredienti:
Per la pasta frolla:
375 g di farina 00
150 g di burro
3 cucchiai di latte
1 pizzico di sale
scorza grattugiata di 1/2 limone
110 g di zucchero
3 tuorli d'uovo
Per il ripieno:
Preparazione:
Setacciate la farina e mescolatela con un pizzico di sale, lo zucchero, la scorza grattugiata di limone; versatela sulla spianatoia in modo da formare una fontana e al centro mettere il burro ammorbidito a pezzetti, i tuorli e il latte (se avete una planetaria mescolate tutto con un gancio a foglia).
Lavorate gli ingredienti per pochi minuti fino ad ottenere un impasto abbastanza omogeneo, ma non elastico.
Avvolgete l'impasto nella pellicola per alimenti e conservare in frigo per un'ora.
Stendete l'impasto con un mattarello, quindi foderatevi uno stampo per crostate di 28 cm di diametro, unto di burro, lasciando da parte una minima quantità di pasta.
Bucherellate il fondo con uno stuzzicadenti.
Dalla pasta rimasta ricavate dei cilindretti del diametro di 1/2 cm che disporrete a separare gli spicchi di marmellata e distribuite le due marmellate sui 8 spicchi, alternando i due colori.
Fate cuocere in forno già caldo a 180° per 30 minuti circa.
Vi ricordo che le confetture F.lli Chiaverini possono essere acquistate online sul loro sito ufficiale http://www.fratellichiaverini.com/ , che vi invito a visitare.
Nello specifico, la confettura extra more selvatiche utilizzata nella ricetta appena esposta è disponibile in vetro, in mastellino, e in pratici tubetti alluminati.