Buon pomeriggio a tutti!
Con molto piacere scrivo questo post per ringraziare l'azienda Caffè Molinari con cui ho appena cominciato a collaborare e alla quale ho il piacere di dedicare una piccola favola.
Seguendo le antiche rotte marittime che univano l'Oriente con Venezia e Napoli, tanti anni or sono, nella stiva di un antico e imponente veliero, viaggiò un sacco contenente delle piccole bacche rosse profumatissime. Erano le prime ore del mattino quando tra la foschia si intravide il veliero approdare in territorio veneziano. Il lungo viaggio aveva messo a dura prova la sua resistenza, cosicché decise di non opporsi all'abbraccio ristoratore delle fluttuanti acque veneziane; il calmo riposo a cui esso s'abbandonò strideva con la frenesia del commercio che già richiamava i marinai ai propri doveri.
Così, col viso stanco e gli indumenti un pò logori, i marinai cominciarono a scaricare tutto ciò di cui erano stati tesorieri fino a quel momento. Ed ecco che la banchina cominciò a ricoprirsi di sacchi di frumento, otri di vino e metri di morbida seta, mentre grida di bambini curiosi si armonizzavano con lo scalpitio dei cavalli trainanti le carrozze dei grandi signori del commercio.
Qua e là bagagli e bauli impolverati di proprietà di una vecchia signora benestante, che farfugliando qualcosa se ne stava lì, eterna e sicura con i suoi capelli perfettamente acconciati sotto un ombrellino di puro lino bianco.
Distrattamente e senza troppo peso, fù scaricato anche il sacco contenente le bacche.
Accadde che un piccolo furfantello si avvicinò curioso al sacco, con lo sguardo carico di ingenua meraviglia e voglia di avventura. Il tempo a sua disposizione fù però troppo poco; ben presto il Capitano si accorse di lui e con voce potente, ancora con il sigaro in bocca, gli intimò di allontanarsi. Al grido "saranno guai per te" il ragazzo scappò via come un fulmine facendo cadere il sacco e lasciando scivolare delle piccole bacche rosse, lucide come biglie. Un improvviso vento si levò abbracciando l'aroma delle bacche e diffondendolo per tutta la città ancora dormiente. Quella mattina i veneziani si svegliarono con un nuovo profumo nell'aria.
Accadde che un piccolo furfantello si avvicinò curioso al sacco, con lo sguardo carico di ingenua meraviglia e voglia di avventura. Il tempo a sua disposizione fù però troppo poco; ben presto il Capitano si accorse di lui e con voce potente, ancora con il sigaro in bocca, gli intimò di allontanarsi. Al grido "saranno guai per te" il ragazzo scappò via come un fulmine facendo cadere il sacco e lasciando scivolare delle piccole bacche rosse, lucide come biglie. Un improvviso vento si levò abbracciando l'aroma delle bacche e diffondendolo per tutta la città ancora dormiente. Quella mattina i veneziani si svegliarono con un nuovo profumo nell'aria.
Il marinaio, che posò in terra quelle piccole e strane sfere rosse, ignorava che aveva appena tenuto tra le mani il nuovo oro del secolo, l'oro nero: fù così che il CAFFE' giunse a Venezia.
Da quel momento in poi il buongiorno si innamorò del caffè e mai più ne poté fare a meno.
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Questa è la descrizione di una cartolina in bianco e nero, vecchia e un pò ingiallita dal fumo di una pipa! E' un ricordo, o un sogno o semplicemente una bella favola che si delinea nella mia immaginazione al pensiero dell'arrivo del Caffè in Italia! :)
Un pò di storia.
Non si conosce esattamente quando il caffè sia stato scoperto per la prima volta, ma alcuni scritti risalenti al 900 d.C danno prova che già a quell'epoca nel mondo Arabo il caffè veniva adoperato come medicina.
Una delle tante leggende attribuisce la scoperta del caffè a un pastore di capre etiope di nome Kaldi (attorno al 300 a.C.). Si narra che un monaco del Monastero Chehodet nello Yemen, saputo da Kaldi che le sue capre ed i suoi cammelli si mantenevano "vivaci" anche di notte se mangiavano certe bacche, preparò con quest'ultime una bevanda con lo scopo di restare sveglio per poter pregare più a lungo.
Un'altra leggenda, che è quella a cui amo credere, racconta che un immenso incendio si propagò in un vastissimo territorio dell'Abissinia, coperto da piante spontanee di caffè facendo diffondere a decine di chilometri di distanza l'aroma di quella che fu considerata una gigantesca torrefazione naturale. A chi non è capitato, almeno una volta, di camminare per strada nei pressi di una torrefazione e essere improvvisamente inebriati da quell'aroma inconfondibile di caffè che sa di risveglio al mattino, di buona compagnia, di relax all'italiana! Io adoro quando succede! Pensate un pò a quelle persone che per la prima volta sentirono quel profumo sconosciuto, così intenso, così improvviso e così misterioso! Sarà stata davvero una sensazione particolare!In ogni caso, a prescindere dalla paternità della scoperta, i diari di viaggio di molti viaggiatori testimoniano che alla fine del XVI secolo, l'uso del caffè fosse già diffusissimo in tutto l'Oriente Islamico.
Come già introdotto prima, possiamo affermare che in Occidente il caffè si diffuse attraverso Venezia, dove il padovano prospero Alpino, noto botanico e medico, che era stato medico del console di Venezia in Egitto, ne fece arrivare alcuni sacchi dall'Oriente; si pensa infatti che a Venezia sia stata aperta la prima "Bottega del Caffè " nel 1640. Il successo fu immediato ed il caffè sia come bevanda che come locale, si diffuse in ogni città italiana. La diffusione del caffè nel mondo fu facilitata da una lotta di interessi tra chi voleva conservare l'esclusiva delle preziose piantine e chi desiderava ottenere una parte dei profitti che esse procuravano.
Nel 1690 un comando di marinai olandesi sbarco' sulle coste di Moka, nello Yemen, e riusci' ad impadronirsi di alcune piantine: dopo pochi anni, fiorirono le prime piantagioni a Giava e Sumatra. In seguito, il caffè si diffuse impetuosamente in tutta l'America Centrale e Meridionale dove, specialmente in Brasile, esistono tutt'oggi le maggiori piantagioni del mondo.